sabato 29 settembre 2012

Night 4

Dove si trova la porta dell'inferno? Ecco la domanda che mi tormenta da parecchio tempo. Frate Tac inizialmente era restio a rivelarmi l'arcano segreto, ma dopo i fatti dell'altro giorno, i motociclisti, i carabinieri, la lotta avvenuta di fronte a tutta la scuola, ha magicamente cambiato opinione.

C'è un ulivo secolare, nel bel mezzo del campo di Walmer, che è abitato da una colonia di corvi. A scuola tutti lo conoscono perché, per entrare a far parte di quelli che contano, bisogna dimostrare di avere il coraggio di andare fin là e toccare il tronco. In pochi tentano, quasi nessuno ci riesce. Le Dive neppure ci hanno mai provato. Ma loro hanno liquidato la faccenda dicendo che è roba per neonati. Tommy c'è riuscito, prima che io arrivassi in paese. Io... oddio, sono venuta a sapere della 'sfida' solo dopo che già avevo preso l'abitudine di andarci per fumare una canna in santa pace. I corvi non mi dànno fastidio, mi piacciono. E a loro sembra che io piaccia. Forse perché sono quasi completamente nera, a parte la pelle diafana. Oppure percepiscono la mia aura di 'Cacciatrice', o qualche altra stronzata simile.

Ebbene, a quanto dice Frate Tac, la porta dell'inferno è tenuta chiusa dalle radici dell'albero. Secondo lui, in questo momento, l'albero è malato e le sue radici stanno cedendo alle insistenze di chi ci sta sotto.
A me suona come una cazzata colossale.
Voglio dire:

  • I vampiri non sono creature del male. Non arretrano di fronte a una croce, e con l'acqua santa ci possono fare pure la doccia. Anzi... sembra pure che esistano testimonianze sull'esistenza dei vampiri ancor prima che Cristo si rivelasse all'uomo, ancora prima che nascessero le prime religioni monoteiste.
  • I vampiri non vengono da un universo parallelo. Sono dei semplici esseri umani che si risvegliano dopo la morte. Alcuni mantengono persino qualche ricordo della loro vita precedente, almeno fino a quando gli istinti sanguinari non prendono piede definitivamente nella loro indole. Sembra addirittura che un certo Mivart, in un documento privato tramandato da osservatore a osservatore, abbia notato una sorta di ipotalamo mutato nei vampiri, un qualcosa già presente nella vita normale di quelle persone, come un secondo cervello, o qualcosa di simile, che si attiva solo dopo la morte. Ovviamente queste robe non sono mai giunte alla vita pubblica. Mivart era famoso per essere un cattolico fervente. In pubblico condannava persino il Darwinismo, in privato, invece... non sarà mica un caso che è caduto inspiegabilmente in disgrazia. Il clero deve aver scoperto i suoi studi privati e...
  • Dubito fortemente che tutti i vampiri del pianeta siano sotterrati sotto quell'albero. Frate Tac concorda con me. Lui sostiene che lì sotto sia sepolto il cosiddetto 'Primo'. Una specie di super-vampiro. Quello che ha scatenato tutto quanto. Diciamo il fratello succhiasangue di Adamo... o forse lo stesso Adamo, morto e risorto con i canini troppo sviluppati.
Vero o non vero, il vecchio albero sembra davvero che stia tirando le cuoia. I corvi sono sempre nervosi. I rami emettono suoni raccapriccianti. Il tronco vibra a ogni folata di vento un po' forte. Anche Walmer teme che presto l'albero cada giù. Ha già chiamato la protezione civile. E' incavolato duro. Da una parte c'è la provincia che gli vuole fare la multa perché nel suo terreno ha un albero malato, pericoloso per i passanti, e non lo abbatte. Dall'altro c'è la protezione civile che non gli dà il permesso di abbatterlo. Poi c'è Frate Tac che lo prega in ginocchio ogni volta che vede Walmer con una tanica di benzina in mano... io so che vuole bruciarlo, ma aspetta un bel temporale, così ha la scusa di un bel fulmine dal cielo e fanculo tutti!

Io sono curiosa? Se l'albero salta in aria che succede?

Suona la campanella. Ora di religione. Tempo di tirare fuori il mio libro e approfondire la faccenda. Magari la prossima volta vi dico come si fa ad ammazzare un vampiro. Nel frattempo, fatevi bastare questa roba perché nel parcheggio della scuola c'è già Alex che aspetta. Magari faccio fuga le ultime due ore, tanto c'è ginnastica. Forse è la volta buona che torno in città a recuperare lo Scarabeo.




Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

venerdì 28 settembre 2012

Night 3

Niente ronda, ieri notte. I miei mi hanno tenuta in punizione... per lo meno questa è la scusa ufficiale. In verità avevo molte cose per la testa e non me la sentivo di uscire di casa. Mi sono appollaiata a cavallo della finestra, e mi sono sparata Show no Mercy dal primo brano all'ultimo. Angel mi guardava dal giardino. Ormai ha preso l'abitudine alla sua passeggiata notturna e non vede l'ora di farsi un giro per tutti gli alberi del paese. Mi spiace, cane, oggi no!

Stare qualche ora ammanettata su una panca nel corridoio di una caserma dei carabinieri è una esperienza che fa crescere in fretta. Ho fatto amicizia con un paio di prostitute nigeriane. Ho scambiato due chiacchiere sulla politica italiana con uno spacciatore di crack. Ho sopportato le avances di un tizio ubriaco che aveva mostrato il pisello a una vigilessa. Soprattutto, mi sono chiesta perché mai io debba avere un destino così di merda da non poter dialogare in santa pace con persone 'normali'.

The Antichrist mi fa riflettere. Io sono la prescelta. Prima di me c'era un'altra sfigata che s'è fatta ammazzare dai vampiri. La mia vita media, secondo i pochi documenti che sono riuscita a sottrarre a Frate Tac, è di circa due anni. Se ho culo potrò festeggiare i diciotto assieme ad Alex e Meddy. Altrimenti morirò da minorenne, non che me ne freghi più di tanto.

Il fatto è che fino a qualche settimana fa neppure credevo che esistessero i vampiri. All'improvviso eccomi qui, con Pungolo nascosto tra gli abiti, superpoteri da urlo, e una vita da reietta. Ok... la vita da reietta me la sono scelta parecchi anni fa, a Londra, quando ho conosciuto Jake. A volte penso che Jake sia stato il mio 'preparatore'. Frate Tac dice che ogni potenziale prescelta ha qualcuno che la prepara alla lotta. Quante potenziali prescelte ci sono al mondo? Perché proprio io dovevo diventare Cacciatrice? Il prete non lo sa.

Metal Storm, Face the Slayer mi porta al punto del ragionamento. I miei non hanno fatto una piega quando hanno visto il casino nel giardino della scuola. La preside altrettanto. Oggi, in classe, non si parlava d'altro tra gli studenti. Ma la preside non mi ha convocato. I miei non mi hanno chiesto nulla, urlato addosso nulla, di punizioni esemplari neppure l'ombra. Giusto una notte senza ronda. Cazzo! Sono convinta che questi sanno tutto. Cosa aveva detto mia madre? Non voglio che anche lei soffra come me o una roba simile. Che sia stata cacciatrice pure lei? Che sia scampata alla mattanza? Che si siano trasferiti qui a posta perché erano consci che io... Madre conosceva già Frate Tac prima che... Porca Puttana!

Mi guardano tutti, stamattina. Non capisco se hanno paura di me, se mi ammirano, o se mi odiano ancora un po' di più del solito. Anche Tommy non mi ha salutata stamattina. Mi ha lanciato solo uno strano sguardo. Ora è circondato dalle Dive. Parlano di me. Lara ha pronunciato il mio nome almeno un paio di volte. Tommy non dice nulla, ogni tanto mi lancia un'occhiata che non riesco a interpretare. Che diavolo di situazione merdosa.

Campanella. Ho mandato una decina di messaggi ad Alex. Non ha ancora risposto. Neppure Meddy ha risposto ai miei appelli. Ho paura per loro. Nelle parole di quel motociclista c'era un qualcosa di minaccioso che... Ti prego Dio, Diavolo, quel che cazzo che c'è lassù in cielo, o sottoterra. Fa che stiano bene.

Oggi pomeriggio andrò a fare un sopralluogo alla torre. Ho molte domande, poche risposte, e una grande confusione in testa. Tormentor annuncia l'arrivo in classe della professoressa d'inglese. Passo e chiudo.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

mercoledì 26 settembre 2012

Day 16

Due giorni di calma piatta sono portavoce di una tempesta in arrivo. Niente vampiri, oggi, bensì motociclisti... anche se questi motociclisti non dovevano avere l'anima tanto candida quanto affermavano. 

Sono sbucati dal nulla alle dieci del mattino. I loro motori si potevano udire in lontananza. Dieci individui, tutti vestiti di pelle e borchie, a bordo di finte Harley di origine giapponese. Sono venuti dritti dritti a scuola. Noi stavamo facendo matematica, alle orecchie ero accompagnata da March to Die dei Possessed, quando l'interfono aveva cominciato a gracchiare confusamente. Era la voce della Preside che si rivolgeva agli insegnanti «Non c'è nulla da preoccuparsi - diceva la voce tremante della donna - Tenete gli studenti nelle aule e tutto si risolverà senza problemi».
Appare ovvio che tutti quanti ci siamo fiondati alle finestre per guardare. La professoressa di matematica è impallidita «E' Ivan», dice.

Chi è Ivan? Ebbene ho scoperto che questo tizio era uno studente tutt'altro che modello, che aveva dato fuoco a mezza scuola, e che i suoi genitori erano stati 'invitati' a lasciare il paese perché il proprio figliolo non era proprio ben voluto dalla comunità. Tra le attività di Ivan, ovviamente, c'erano anche le messe nere, e alcune ragazzine del paese erano state usate come... vittime sacrificali.

Dalla finestra era possibile studiare la Preside (coraggiosa), con un vestito grigio topo con i bottoni di madreperla sulla schiena, che avanzava verso l'ex studente. I motori si erano zittiti all'improvviso.

«Vogliamo la cacciatrice».

The Eyes of Horror è partita proprio mentre leggevo il terrore negl'occhi della preside «Qui non ci sono cacciatrici, né cacciatori».

Per evitare un putiferio generale decido di uscire allo scoperto. Nella mia classe neppure la Professoressa si è accorta della mia sparizione, per lo meno finché non sono apparsa alle spalle della Preside.

«In realtà una Cacciatrice c'è!», dico mentre la Preside cerca disperatamente di tenere testa alla banda. Lei si volta e mi osserva. E' pallida come un cencio «Tu... torna nella tua aula», mi dice. Faccio un cenno di no con la testa e la supero. Mi piazzo tra lei e loro «Torni dentro e chiuda le porte».
«Non posso permettere che...».
«Torni dentro e chiuda le porte», ringhio.
La Preside si allontana con la coda tra le gambe e un brivido di sollievo lungo la schiena.

«Eccomi!», dico rivolgendomi ai motociclisti.
«Tu?»
Burning in Hell si avvia come fosse un boato. Sorrido guardandoli di sbieco «Che c'è? Non ti piaccio abbastanza?». Ivan ride sguaiatamente. La sua cricca ride sguaiatamente. «Andatevene. Questo posto non fa per voi». Le risate proseguono. Io faccio un passo in avanti. Tutti si zittiscono. Sento gli occhi di Frate Tac piantati sulla schiena.
«Qualcuno ci ha detto di levarti di mezzo - spiega Ivan - Ciò che hai fatto alla 'Torre' è sbagliato». Mi domando perché i cattivi debbano sempre perdersi in filippiche inutili. Forse è colpa del loro ego colossale, a ogni modo, l'eroe di turno ne approfitta sempre per trovare la soluzione al problema. La mia soluzione è l'altalena a due passi da me.

Mentre la banda si avvicina per circondarmi, io polverizzo il sedile dell'altalena con un calcio. Afferro le due catene che lo sostenevano, e tiro con tutte le mie forze. All'inizio la struttura dell'altalena prende a piegarsi verso di me. Poi le saldature delle anelle poste sui cuscinetti cedono, e io mi ritrovo con due belle catene di metallo da usare come fruste. Mi sembra di essere Nicolas Cage nei panni del Ghost Rider.

Alcuni membri della cricca si fermano, i più giovani arretrano. Io comincio a roteare una delle catene sopra la testa. Ivan continua ad avanzare. Chi cazzo si crede di essere? Tra le mani ha un tubo d'acciaio. Pare voglia fare il Gladiatore nell'arena.

«Non dovevi ficcare il naso in affari che non ti riguardano - dice - Ne pagherai le conseguenze». Questo è un tipo che ama chiacchierare «Credo invece siano affari che mi riguardano...».
«Peggio per te».
Io attacco per prima, la catena colpisce Ivan in pieno volto e lo stende come fosse un fuscello «No, caro Ivan, peggio per te!». Avanzo. Ora utilizzo entrambe le catene. I motociclisti più arretrati sono già saltati sulle moto. Gli altri mi girano attorno stando a distanza di sicurezza. Ivan si rialza, ha il volto coperto di sangue e brandelli di pelle. Dev'essere pieno di anfetamine per non sentire il dolore. 
Con una catena spazzo il terreno in cerca di caviglie. Afferro uno dei motociclisti. Questo cade. Lo tiro verso di me. Gli schiaccio una mano con gli anfibi. L'urlo atterrisce tutti quanti. Le ossa si sbriciolano. Ivan avanza. Io l'attacco con l'altra catena. Lui para il colpo con l'avambraccio. La catena gli si attorciglia contro. Mi guardo attorno. Gli altri motociclisti sono tutti fuggiti. C'è uno strano odore di merda nell'aria, mi sa tanto che abbiano sporcato le mutande e siano tornati da mamma per cambiarle. Nell'arena è rimasto solo lui. 
Sento tirare. Faccio il suo gioco. Vado verso di lui. Sorride, l'idiota! Swing of the Axe mi incita.

«Se anche dovessi uccidermi, verrà chi è più forte di me...», dice.

Non ci bado molto sul momento. Mi sono rotta i coglioni di dare spettacolo, per cui strattono la catena con violenza, lui tenta di opporre resistenza. Si impunta, tira, poi si sente un 'Crok' angosciante. Ivan non urla, ma il suo braccio cade inerme sul suo fianco e la catena scivola a terra. Il suo braccio è diventato un banale un osso di pollo appeso alla spalla solo per via della pelle. Non riesce più a muoverlo.
«E' meglio che tu te ne vada finché sei ancora in grado di farlo», sibilo.
Alle sue spalle compaiono le luci blu dei lampeggianti. E' un'auto dei carabinieri. Lascio cadere le catene al suolo. Lui si volta. Io smetto di dargli importanza, mi avvio verso la scuola.

Mossa sbagliata. Mia? Sua? Decidetelo voi stessi. Lui si mette a correre verso di me, per prendermi di sorpresa. Io mi volto di scatto e lo colpisco alla gola. Dylan Dog aveva il quinto senso e mezzo. Io, semplicemente, non mi fido di nessuno, specie delle facce da culo come quel motociclista.

Ivan crolla al suolo, spero sia solo svenuto. La Cacciatrice non deve uccidere anime 'innocenti'. Si deve occupare solo di mostri, non di stronzi. I Morbid Angel mi dichiarano vincitrice con God of The Forsaken. E' ora di tornare in aula, ma la mano di un caramba mi blocca «Signorina - dice - Lei deve venire con noi».

Ho passato diverse ore in caserma, seduta e ammanettata. Con me c'era Frate Tac. Padre e Madre, avvisati, sono arrivati più tardi. Non so cosa abbia detto Padre Vincenzo per fare in modo che i carabinieri mi rilasciassero senza conseguenze. Ammetto che non me ne frega molto. Continuo a pensare a ciò che mi ha detto Ivan "Se anche dovessi uccidermi, verrà chi è più forte di me...". Non è la prima volta che sento questa frase. Mi domando in quale casino di merda mi sono ficcata.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

martedì 25 settembre 2012

Ansia Addosso...

Questo brano mi ha arrotolato le budella per bene. Scoperta per caso su Twitter, ora non riesco a cavarmela dalla testa.



lunedì 24 settembre 2012

La Chiesa

Altro scatto proveniente dalla mano magica di Meddy. Credo l'abbia scattata prima della partita di calcio, ieri. La allego qui, assieme alle altre.

La Chiesa di Frate Tac

domenica 23 settembre 2012

Day 15

Il calcio, per me, è come un preservativo usato. Inutile. Ventidue imbecilli che corrono dietro a una palla nel vano tentativo di metterla in una rete più volte degli avversari. A tutto ciò vanno aggiunti i tifosi, che urlano, strillano, indossano abiti assurdi, sciarpe assurde, suonano trombette fastidiosissime, lanciano fumogeni, si azzuffano, si massacrano, perdono tempo dietro a striscioni con frasi sgrammaticate e prive di senso, e che discutono di quella maledetta palla sette giorni su sette. Però ho promesso a Tommaso di andare alla partita. Così ho costretto Meddy e Alex a farmi compagnia.

Alle due del pomeriggio di questa maledetta domenica, ero sugli spalti assieme ai miei amici, un paio di livelli più in alto delle Dive, e in una posizione abbastanza protetta per potersi passare un paio di spini che Walmer ci ha donato volontariamente. Ho l'iPod alle orecchie, ma lo tengo basso così non rompo troppo i coglioni a chi mi sta attorno. Darkness of Christ mi sussurra dolcemente alle orecchie. Sono riposatissima. Ieri notte non c'era movimento. La ronda è stata noiosa, Angel ha pisciato su ogni albero del paese, ha annusato tutti gli angoli delle case, e ha cagato proprio all'ingresso della scuola. Niente vampiri, niente mostri, niente di niente. Alex non mi ha accompagnato. Mi ha aspettato in camera, sul letto, cazzeggiando con il suo iPad. Al mio ritorno ronfava come un bebé. Niente sesso. Pazienza! La partita della domenica sarà la sua punizione.
Meddy era sveglia, ospite mia, nella stanza accanto. Sono andata a trovarla e ci siamo coccolate a vicenda, come non facevamo da anni. Nella notte ho disteso ogni singolo nervo del mio corpo. Meddy ha mani di fata, i suoi massaggi sono mitici, unici, orgasmici.

La partita. Tommy ci nota subito. Alza la mano e saluta. Le Dive rispondono al saluto al posto nostro. Noi scoppiamo a ridere quando il numero 10 abbassa la mano e le guarda come fossero galline che razzolano nel prato. Lara si volta verso di me con le orecchie che gli fumano. Peccato che è troppo lontana, altrimenti gli avrei sputato il fumo dello spino direttamente negl'occhi. 

Fischio d'inizio. Non ci capisco una minchia, però la palla arriva tra le gambe di Tommaso. Lui avanza, passa a un compagno, salta l'avversario (è così che si dice?), riceve di nuovo la sfera, tira, traversa, il portiere salta e intercetta prima che Tommy possa riprendersela e tentare di nuovo.
Alex lancia un incoraggiamento. Io mi immagino tutti i giocatori infilzati tra delle aste, proprio come in un biliardino, che frullano come matti per intercettare la pallina e tentare il colpaccio. Meddy si dà lo smalto alle unghie delle mani. Ogni dito un colore diverso. La guardo. Accostamenti interessanti. Sento passare tra le orecchie Disciple, God Send Death, New Faith, Cast Down, Threshold segna la fine del primo tempo. Tanta fatica e sono ancora zero a zero. Sono a metà di God Hates Us All.

Alex accende un nuovo spino. Le tre bambole salgono verso di noi. Sono sul piede di guerra. Io non ho voglia mezza di discutere, per cui mi alzo preventivamente e mi piazzo nel bel mezzo della scalinata con occhi di fuoco. Indosso un abito bianco e nero, tagliato come fosse uscito da un'anime gotico. Il trucco pesante, il taglio fattomi da Marisa, lo spino tra le dita con le unghie rosso sangue. Gli immancabili auricolari mi annunciano l'inizio di Exile. Calcolo che Seven Faces darà il calcio d'inizio del secondo tempo. Ci squadriamo come gatti che si contendono un topo. In silenzio, occhi puntati dritti nelle pupille delle tre oche, mi immagino che siano vampiri da ridurre in polvere. Ed ecco il fischio dell'arbitro.

Tommaso sembra un altro. Ha la palla tra i piedi. Fa zig-zag tra calciatori che sembrano birilli. Spara una cannonata sulla sinistra. Il portiere si butta sulla destra. Gol! La folla esulta. Tommaso mi manda un bacio. Lara si volta per la seconda volta. Io mi alzo e rispondo con un altro bacio. Meddy si alza e pure lei manda un bacio. Alex si alza e, ciliegina sulla torta, manda un bacio alle tre Dive. Scacco matto! Quel bacio lanciato alle Dive è come un paletto nel cuore per un vampiro. Ci godo come un'anatra che nuota in uno stagno tutto suo.

La partita prosegue. E' tutto confuso. La palla rimbalza da tutte le parti. Ma nessun'altra rete ci scalda i cuori. Quando la partita termina, Here Comes The Pain è appena finita. Tommy va negli spogliatoi. Io gli mando un messaggio: Fuggiamo! Altrimenti le Dive ci fanno a pezzi. Appuntamento alle sette da Walmer.

Tommy non ci raggiunge da Walmer. Arriva solo un suo messaggio: Le Dive mi hanno costretto a una pizzata con loro e la squadra. Non dice altro. Walmer si presenta con una vagonata di tigelle e affettati. Peggio per il calciatore. E poi, tra poco, sarò di nuovo sola con Alex, e stavolta ho nascosto l'iPad, lo troverò sicuramente sveglio al mio ritorno dalla ronda.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

venerdì 21 settembre 2012

Day 14

Tommaso, oggi, si è avvicinato al mio banco durante la pausa delle dieci e mezza. In aula eravamo solo io, lui, e le tre stronze intente a pavoneggiarsi attorno a una nuova tonalità di smalto (giallo cadavere?). Tra me è Tommy c'è uno strano rapporto. E' l'unico che non mi schifa. E io sono l'unica che non lo fa incazzare quando viene chiamato Tommy. Per il resto siamo molto diversi.
Lui è l'idolo della scuola, l'attaccante della squadra locale, il sogno sessuale inespresso delle tre Dive. Di solito bazzica solo i propri amici, tra cui gli altri membri della squadra. Odia le tre Dive, soprattutto il loro modo tanto speciale di essere viscide come bisce. Io sono una reietta della società. Odiata da professori e professoresse, stigmatizzata dalla Preside (oggi vestita con un carinissimo abito marrone con le maniche verdi... ma dove cazzo li trova quei vestiti?), amato solo dal parroco, che a parte la domenica mattina, conta come il due di briscola a poker.
Da quando sono qui, credo, ho scambiato due chiacchiere amichevoli solo con Tommaso... e questa la dice lunga sulla mia popolarità. Se potessero seppellirmi, qui tutti quanti si offrirebbero volontari per farlo, compresi (ovviamente), i vampiri.

Ma vengo a bomba. Lui si piazza davanti a me proprio mentre termina Nocturnal Fear, dei Celtic Frost. Pare timido come un Puffo di fronte a Gargamella. Mi guarda dall'alto in basso, io sono seduta, lui è in piedi, e dice «Domenica giochiamo contro il Panigal».
«Quindi?».
«Mi chiedevo se ci saresti venuta».
«Dove?».
«Alla partita».
Mi sembrava di stare messaggiando con la Meddy. Botta e risposta con toni piatti. Dopo i primi scambi rimango in silenzio. Penso alla prossima domenica. Cosa devo fare? Alex e Meddy saranno di nuovo qui. La notte dovrò fare la ronda, ma dopo andremo da qualche parte a bere qualcosa, o forse da Walmer per uno spino in compagnia. Domenica mattina sarei stata sicuramente knock-out.
«A che ora?».
Lui sorride. Fraintende. Crede che sia un sì «Alle due del pomeriggio».
Magari Alex e Meddy mi fanno compagnia. Mi sarà d'aiuto passare qualche ora facendo finta di essere una figa normale. Parte Morbid Tales.
«Si può fare - dico - ci porto anche Alex e Meddy».
Tommaso sorride, poi si rende conto che non sarò da sola, e si rabbuia. Annuisce. «Bene», dice.
Annuisco. Domenica avrei potuto tornare in città per recuperare lo scooter. Mi rompe i coglioni essere ancora appiedata. Ma Alex è un buon cavalier servente e la Ninja è sicuramente più veloce del mio Scarabeo.
«Allora vieni...», dice cercando conferma nei miei occhi.
"Dio! Sono una stronza", penso. Gli sorrido e lo guardo direttamente negl'occhi «Sì - confermo - verrò molto volentieri».
Eccolo che si illumina come una lampadina a led. E' felice. Potendo, le sue scarpe sarebbero a tre metri sopra il cielo.

Vision of Mortality ci riporta alla realtà, o forse lo fa la campanella. Ora di religione. Frate Tac entra in aula in coda a un'orda di Unni che si appropinquano al loro banco. Quando la porta si chiude cala il silenzio. Padre Vincenzo sa come farsi rispettare, e io lo so molto bene!
«Tirate fuori il libro di testo», dice.
Le Dive mi lanciano un'anatema di nascosto per il 'corteggiamento' di Tommy. Gli altri prendono il libro di religione. Tommaso mi guarda ancora una volta, sorride, e apre il libro di testo. Io prendo il mio. Fuori ha la stessa copertina di quello degl'altri. Dentro c'è un manoscritto del 1000 dopo cristo. Un testo in cui si narra di un'orda vampirica bloccata alle porte di Bologna, che pare si fosse generata nella piccola abazia di Monteveglio. Testo interessante, e molto meglio delle lettere ai Corinzi a cui sono sottoposti tutti quanti gli altri.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

giovedì 20 settembre 2012

Mappa

Per chi non comprendesse com'è fatto questo merdoso di paese...

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mercoledì 19 settembre 2012

Day 13

Mentre la professoressa d'inglese cerca di far entrare nelle teste ottuse di questa classe la forma passiva io scarabocchio su un foglio di carta. Davanti a me c'è una sorta di mappa del paese. Ho pensato di disegnarla e di caricarla su questo blog durante la pausa delle dieci e mezza. Mi sono resa conto, rileggendo i miei vecchi post, che per i 'rari' visitatori è piuttosto difficile raccapezzarsi sul dove accadono le varie cose. 

Dalla finestra intravedo la colonna di fumo. Alex e Meddy, stamattina, sono andati al covo dei vampiri per dargli fuoco. Io non volevo, ma la loro testa è dura tanto quanto quella di Frate Tac. Meddy mi ha pure mandato una foto della torre piccionaia prima di appiccare l'incendio. Nel messaggio ha scritto che hanno trovato, dentro la torre, una botola. C'è una sorta di piano interrato dove i vampiri si nascondono durante il giorno. Dice che hanno tentato di uscire ma la botola aveva un chiavistello, così li hanno chiusi dentro. Ora stanno andando arrosto. Spero solo che nessuno si sia fatto male.

Ascolto Fabulous Disaster, degli Exodus. Ascoltare qualcuno che parla in inglese mi ricorda la mia metamorfosi. Da piccola non ero molto differente alle Dive. Mio padre fu mandato in trasferta per tre anni a Manchester, e noi lo seguimmo. Lì fui lasciata a me stessa. Padre lavorava fino a 14 ore al giorno. Madre passava il suo tempo tra i negozi e le lezioni d'inglese. Io andavo a scuola, e passavo il tempo con Jake. Lui era un dark di quelli convinti. La sua cricca bazzicava nel mio quartiere, e visto che stavo sempre sola in casa, ci è voluto poco perché mi avvicinassi a loro in cerca di amicizia. Jake aveva una cartola da paura. Ma dentro era un vero gentil'uomo. Io ero piccola, pur tenendomi nel suo gruppo, mi ha sempre tenuta fuori dagli aspetti peggiori. Ho cominciato a fumare erba, ma non ho mai toccato un ago.
Jake mi ha dato il primo bacio. Cristo! Ero talmente ingenua che pensavo di poter rimanere incinta a causa di quel bacio. Ho passato tre mesi d'inferno. Poi ho capito che non sarebbe successo nulla. E così ho cominciato a esplorare il sesso...

The Toxic Waltz mi proietta al giorno della morte di Jake. Cazzo! Quanto ho pianto quel giorno. Noi saremmo ripartiti la settimana dopo. L'Aids l'aveva stroncato. Avevo una paura fottuta di aver contratto la malattia. Non avevo una minchia di coraggio per parlarne con i miei. Ero sempre stata attenta, sempre protetta, ma non sapevo praticamente nulla in materia, a parte ciò che Jake mi aveva insegnato, e lui era morto stecchito. Tra le mie mani, al funerale, tenevo il suo iPod, quello che ancora oggi uso. Dentro c'era tutta la sua musica, e c'è ancora. La ascolto sempre in modalità casuale. Lascio che sia il fato a decidere i brani che ascolto. Non smetto mai di ascoltare quei brani, perché mi ricordano lui, fanno sì che lui non sia morto per davvero. A quella musica ne ho aggiunta altra, la mia, e qualche brano acquistato da mia Madre, che iTunes sincronizza senza guardare in faccia al proprietario del lettore. Stronzo di un software.

Alzo gli occhi e scopro di avere la professoressa di inglese a un palmo da me «Che bel disegno - osserva sarcastica - è la mappa di Tombe, vero?». Ovviamente me lo chiede in inglese. Ovviamente mi sta prendendo per il culo. Ma porca puttana! Possibile che tutti gli insegnanti hanno la subdola tentazione di volermi inculare a sangue? Peccato che con me cascano male. Sorrido, rispondo per le rime, in inglese, il mio, quello che si avvicina allo slang di Manchester, e alzo pure il dito medio. Lei arretra «Come ti permetti...», stavolta parla italiano. Io le rispondo in inglese. Ovviamente, se fossi più gentile, otterrei migliori rapporti col corpo insegnante della scuola ma... Dio, è troppo divertente vederli pallidi e spiazzati!
I Death Angels partono con Steal the Crown. Mi alzo in piedi. Lei mi guarda tutta impettita, ma non dice nulla. Squilla la campanella. Esco mentre le sirene inconfondibili dei vigili del fuoco giungono dalla strada principale.

Nel pomeriggio Frate Tac mi fa la paternale. Tutti sanno che lui ha un rapporto speciale con me, per cui, tutti vanno da lui per cercare di capire come ottenere da me un comportamento più 'assennato'. Lui mi sgrida. Urla mentre mi attacca con un bastone. Io paro il colpo a mani nude, spezzo il bastone, e con un calcio nel petto lo mando contro la parete. Se non avesse addosso delle imbottiture da Catcher, a questo punto, avrebbe tutte le costole a pezzetti, nonostante io mi trattenga dall'usare tutta la mia forza. Dice che dovrei evitare di farmi notare. Io mi guardo allo specchio e gli rispondo che mi pare una cosa difficile. Frate Tac mi prende alle spalle, mi solleva e mi sbatte a terra. Io ruzzolo subito sulla destra e con un colpo di reni sono di nuovo in piedi e in guardia. Ci scambiamo un altro paio di colpi, poi lui dichiara che l'allenamento è finito. Mentre si toglie l'armatura gli racconto ciò che Alex e Meddy hanno fatto in mattinata. Lui annuisce mentre comincia God vs God «Stanno venendo tutti qui», dice preoccupato.
«E dire che all'Ipercoop fanno gli sconti di fine stagione...», sussurro sarcastica mentre mi sgranchisco le ossa. Il braccio non è ancora perfetto, quando lo muovo sento delle strane fitte che mi preoccupano. Lo dico a Frate Tac e lui si avvicina per tastarmi l'intero avambraccio. Dice che l'osso è a posto, che forse sono dolori muscolari, che devo allenarmi di più. Io gli faccio notare che devo anche fare i compiti per la scuola, oltre che quelli da cacciatrice, e che devo pure andare di ronda. Lui annuisce. «E' tardi - mi dice - Meglio che vai a casa». Lo guardo sorpresa. Per quanto cazzo abbiamo combattuto? A me pare un attimo, ma fuori è già buio.

Lascio la canonica. Angel è lì che mi aspetta. Sta annusando una tomba. Io faccio un fischio a Padre Vincenzo. Lui arriva. Gli indico Angel. Lui annuisce. Attendiamo per una mezz'oretta. Ecco che spunta una mano. Io mi avvicino. La afferro. Sollevo di peso ciò che gli sta attaccato. Il vampiro erutta dal terreno come fosse un neonato cresciuto sotto un cavolo. Mi ringrazia sorridendo, poi si rende conto di avere di fronte la cacciatrice. Ha giusto il tempo di mostrarmi una faccia confusa, contrariata, poi Pungolo lo riduce in cenere. Undead dei Sadus arriva giusto a pennello.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

Il Rifugio

Il luogo dove i Vampiri si rifugiano...

martedì 18 settembre 2012

Day 12

«Guerrieri? Giochiamo a fare la guerra?» Ho sempre sognato citare questa frase. E' buio pesto anche se non sono ancora le dieci. Fa freddo, ma il chiodo mi tiene calda a sufficienza. Sono sola davanti al covo dei vampiri. Ho il corpo in tensione. Hate Worldwide mi dà la carica. All'interno c'è del movimento.

Eccoli che escono. Uno, due... sono sette. Sorridono bellamente alla faccia mia. Si guardano attorno, avanzano lentamente. Io sto ferma. Li aspetto. Devo essere sicura che mi seguano quando partirò come una scheggia in direzione della chiesa. Conto fino a dieci. Non esce più nessuno. Bene! Prendo la rincorsa e faccio finta di scappare. 

I vampiri mi osservano, ma non sembrano intenzionati a seguirmi. Merda! Mi fermo e provo di nuovo ad attirare la loro attenzione. Sanno che è una trappola. Ma sono sette contro uno, e quell'uno ha pure un braccio fuori uso. Catatonic mi costringe a fare qualcosa di folle. L'ultima volta che l'ho fatto, ho rischiato la pelle. Torno sui miei passi, mi metto a correre nella direzione dei vampiri, che mi osservano increduli. Sanno che sono impulsiva, per cui aspettano che sia in mezzo a loro senza temere troppo ciò che potrebbe capitargli. E' in questo che spero. Mi infilo in mezzo a loro, colpisco il più vicino, e poi quello accanto, e quello dopo. I tre vampiri volano a terra, ma sono illesi. Ruoto su me stessa e gli altri quattro già mi saltano addosso. Con un calcio spacco il naso a quello che ho di fronte; una volta aperto un varco al loro accerchiamento, fuggo. Questa volta mi vengono dietro come segugi.

Svolto l'angolo. Tombe è microscopico. Ogni volta mi sorprendo un po' di più di quanto sia piccolo. Un vero sputo sul culo del mondo. Il campanile è in vista. Lassù ci sono Alex e Meddy. Se tutto è come da programma, Meddy mi osserva al binocolo, Alex impugna la carabina di suo padre. I vampiri svoltano l'angolo. Io mi fermo e mi giro in modo tale di voltare le spalle al campanile. Sei si fermano, uno prosegue infoiato fino a raggiungermi. Mi prende per il collo, mi solleva come fossi un fuscello. Io lo colpisco con una ginocchiata all'inguine. Incredibile! Questo si piega in due e mi molla. Cado a terra, prendo lo slancio e lo decapito con un calcio in rotazione. Uno sbuffo di cenere e... Ne rimangono solo sei. Alle orecchie parte The Final Six.

I vampi avanzano come fossero un sol uomo. Io li attendo. Quando sono a cinque metri da me strappo il gesso dal braccio. Sorpresa! E' già guarito. Faccio loro cenno di avvicinarsi ancora un poco, poi li sorprendo riprendendo a correre, e scavalcando la siepe che separa il cimitero dalla strada. I vampiri mi seguono. Primo colpo di fucile. Ad Alex ho detto di colpire in testa o al cuore. Il proiettile fa rimbalzare all'indietro la testa del vampiro in avanscoperta. Il corpo cade a terra e comincia a sussultare. Io mi avvicino e lo finisco con 'Pungolo'. Arretro. I vampiri non si fanno intimorire dal fucile. Ormai hanno annusato il mio sangue e lo vogliono.

God Send Death mi avvisa che ne mancano cinque all'appello. Due avanzano appaiati. Alex trasforma in nuvola di cenere un vampo ancora intento a scavalcare la siepe. Io paro un colpo a tradimento del vampiro più vicino, ruoto su me stessa e allontano da me il secondo vampiro. Poi afferro il primo per la testa e lo proietto avanti a me con una capriola. Il corpo del vampiro si infilza nel crocifisso di una tomba e scompare. Polvere alla polvere. Cenere alla cenere. Il secondo non mi dà tregua. Sento un colpo di fucile, ma il proiettile va a vuoto. Sono in quattro, mi circondano. Comincio a parare colpi su colpi. Loro si stringono su di me. Prendo la rincorsa e salto, afferro con le gambe la testa di un vampiro e lo butto al suolo, faccio una capriola e mi trovo nuovamente in campo libero. Il fucile spara nuovamente. Bang! Bang! Due vampiri diventano cenere.

Gran finale! Ne rimangono solo due Bloodline urla nelle mie orecchie. Mi infilo tra i due. Uno mi afferra per la vita. L'altro tenta di tirare la mia testa verso di lui. Io li afferro per la nuca, entrambi, e li tiro verso di me. Arretro di un briciolo e sento uno Tock! forte quanto quello emesso da due mattoni battuti l'uno contro l'altro. Il cranio di entrambi i vampi si frantuma come fosse cristallo. I corpi vaporizzano. Tra le mie mani rimangono le teste. Che schifo! Le lascio cadere e arretro. Queste rotolano fino ad arrestarsi contro una pietra tombale. Vaporizzano in uno sbuffo di cenere. Rest in Peace brutti stronzi!

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

When September Ends

Stamattina mi sono svegliata con questo brano dei Green Day... E' davvero inquietante quando certe canzoni azzeccano precisamente i desideri di chi le ascolta, specie se arrivano casualmente, e non si sono cercate in alcun modo.




lunedì 17 settembre 2012

Day 11

Prima domanda: Quanti cazzo di cadaveri sono usciti dal cimitero che sta dietro alla chiesa?
Frate Tac è piuttosto evasivo. Dice di non ricordare. Dice di non aver contato i Vampi che la precedente cacciatrice ha eliminato. Dice che probabilmente i vampiri rimasti a Tombe non sono molti perché altrimenti non ci sarebbero esseri viventi ancora vivi. Dice un sacco di stronzate.

Seconda domanda, e questa mi frulla in testa da molto tempo: Quanto tempo è vissuta la precedente cacciatrice?
Frate Tac tace. Non lo vuole dire. Questa è già una risposta significativa perché, se fosse campata per anni, allora non avrebbe nulla da nascondere. Mi direbbe «Clà, non ti preoccupare, chi è venuto prima di te ora è in pensione e si gode una bella vita col suo moroso e quattro marmocchi». Invece sta zitto. Per cui vuol dire che probabilmente è sepolta in una delle fosse dietro la chiesa.

Terza domanda: Che cazzo ha voluto dire mia Madre quando ha gridato che non voleva che io provassi le stesse cose che lei aveva provato? Era una cacciatrice pure lei? E se lo era, perché non l'ha preparata? Perché non conosceva Frate Tac? Ci sono altri osservatori? Quant'è grande questa pandemia vampirica? Perché cazzo io non so nulla di nulla, e nessuno mi aiuta a fare chiarezza in tutto questo bordello?

Ho preso Frate Tac per la collottola, anche con una mano sola, e l'ho appeso alla parete. Volevo parlasse. Ma lui è rimasto muto. Il weekend è andato di merda. Dopo la scoperta del covo, ho avvisato Alex che era meglio rimandare, e a Meddy ho detto di non venire. Preferisco avere i miei amici a distanza di sicurezza quando quelle sanguisughe vanno in giro indisturbate per il paese. Sono andato a controllare la piccionaia in pieno giorno, ieri. Era vuota, completamente vuota. Nessuna traccia di bivacchi o robe simili. C'erano solo piccioni che cagavano ovunque. Stanotte, invece, erano di nuovo lì. Devo capire le loro mosse. Non mi pare siano così stupidi come credevo.

Stamattina, invece, per la gioia di carabinieri e becchini, è stata trovata un'auto ribaltata nel bel mezzo della campagna, a circa un chilometro da qui. A bordo c'erano tre ragazzini, probabilmente tornavano a casa dopo una notte brava. Devono aver incontrato i miei amichetti dai denti aguzzi. L'auto era mezza distrutta, e non solo a causa della carambola che l'aveva portata in mezzo a un campo. I tre ragazzi erano morti, e privati del loro sangue. C'eravamo tutti: io, le Dive, Frate Tac, la Preside... questi eventi attirano la curiosità di tutta la comunità... peggio del set di una puntata di CSI.

Ascoltavo Countdown To Extinction quando Lara mi ha avvicinato con uno dei due carabinieri. Mi indicava con l'indice come fossi una strega da bruciare al palo «Eccola! - dice ad alta voce - Da quando è arrivata qui muore qualcuno ogni giorno».
Il caramba mi squadra da capo a piedi e dice «Lei è?», io mi presento e sputo la cicles a terra. 
«La deve arrestare...», dice la Diva con soddisfazione. Il carabiniere la guarda, poi si gira verso di me «Conosceva i tre ragazzi?». Faccio cenno di no con la testa. Povero carabiniere, non sa che pesci pigliare, ha sul collo il fiato di Lara e si vede benissimo che vorrebbe essere da un'altra parte. Io, per quanto possa apparirgli strana, non c'entro un emerito cazzo con l'incidente stradale. Ma Lara insiste «Lo sente che musica che ascolta? E' figlia del demonio!». La Diva tenta addirittura di afferrare le cuffie dalle mie orecchie. I Megadeath stanno strillando The Right to Go Insane. Con il braccio sano allontano la stronza da me «Non mi toccare», sibilo.
Il carabiniere si stanca delle nostre liti insignificanti, alza lo sguardo e inquadra Frate Tac e gli sbologna la grana «Può pensare lei a queste due? - chiede - Io devo tornare al mio lavoro».
Frate Tac acconsente di cuore. Io sono ancora incazzata con lui per cui non gli rivolgo neppure un'occhiata. La Diva è incazzata col carabiniere, sbuffa come una locomotiva a vapore. Ci avrebbe goduto parecchio a vedermi in manette... per ora, però, solo Alex ha il diritto di usare le manette su di me, e per ben altri tipi di gioco.

Nel pomeriggio ho disfatto a suon di pugni e calci il pupazzo che uso solitamente per gli allenamenti. Alla fine ho deciso di tenere l'iPod così com'è. I Judas Priest cantano live Screaming for Vengeance. L'iPod rotto mi sarà di monito contro i colpi di testa. Cercherò di pensare prima di menare le mani, ma non posso più concedermi di aspettare il prossimo turno di ronda, o la prossima vittima. Mi sono tolta il gesso. O meglio, l'ho aperto in modo che possa essere sfilato comodamente in caso di necessità. In paese devono credere che mi ci vogliano davvero 40 giorni per guarire completamente. Il braccio è ancora un po' addormentato ma non fa più male. Ho voglia di distruggere il mondo intero. Sono incazzata come una bestia. La gente muore attorno a me e io non faccio nulla. Frate Tac non è d'accordo, ma stanotte scatenerò l'inferno. Con lui o senza di lui, ovviamente. E se tutto andrà male, domani, o al più tardi dopodomani, al Frate toccherà scavare una buca per me.

Non vedo l'ora che Alex arrivi. Il piano è semplice: Andiamo là e gli facciamo il culo, più o meno.


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

domenica 16 settembre 2012

Night 2

Non riuscivo a dormire. Avevo i nervi tirati come corde di violino. Neppure Celine Dion è riuscita a calmare l'agitazione nel mio stomaco. Sì... avete strabuzzato gli occhi quando avete letto il nome della cantante qui sopra... è il mio tranquillante musicale, che cazzo c'avete da giudicare? Pensate alle vostre playlist che io bado alle mie!

Quattro vampiri in circolazione. Angel che si piscia sotto non appena oltrepassa il cancello di casa. Alex che vuole fare il super-eroe per non essere in ombra rispetto alla reputazione della sua ragazza, cioè io. Meddy che mi chiama ogni dieci minuti per sapere come sta il braccio. Il prurito del braccio che non passa mai, sembra di avere delle formiche che banchettano sulla mia pelle. Linda che è morta. Frate Tac che mi tiene sotto torchio facendomi allenare per ore nel pomeriggio. I compiti da fare dopo l'allenamento, e prima della ronda. I miei che litigano di brutto, e soprattutto quella frase sparata a zero da mia madre. Mi sembra normale avere il cervello che scoppia.

Sono uscita di casa, dalla finestra. Ho preso Angel per il muso, me lo sono portato a due centimetri dal naso, e guardandolo negl'occhi e «Mi sono rotta i coglioni di avere una bestia che si piscia sotto come te - gli ho detto - o la smetti e dimostri di avere le palle, o ti mando in un canile a morire di fame e zecche». Lui ha guaito. Ha capito l'antifona. Non ho dovuto neppure mettergli il guinzaglio. Quando sono uscita dal cortile mi ha seguita. Teneva la coda tra le gambe, ma è uscito senza tremare troppo.

Avevo bisogno di schiarirmi le idee. Non ero di ronda. Non avevo intenzione di cercare guai. Volevo fare un giro del paese, e magari fare un salto da Walmer per uno spino in compagnia. Alle orecchie avevo Insomnia, dei Megadeath. Arrivo alla chiesa che sono già carica di umidità. Ho i brividi. Forse avrei dovuto portarmi dietro il Chiodo, ma che cazzo! Ormai è tardi. Svolto per andare al campetto di calcio. Da lì è sufficiente superare il camposanto per arrivare alla fattoria di Walmer.

Mi fermo. Mi abbasso. Angel si fa parecchio silenzioso. Di là dalla siepe ci sono i quattro vampiri che aiutano un loro compare a uscire dalla tomba. Bene, mi dico, ora sono addirittura cinque. Guardo il cane e gli chiedo? Che facciamo? Dovrei intervenire. Sono sicuramente migliorata nel combattimento, e sono anche maturata. Ora ho capito che non mi devo buttare nelle zuffe alla garibaldina. Devo usare il cervello. Per cui decido di seguirli.

Never Dead mi accompagna sulla scia dei cinque Vampi. Il loro rifugio non è molto lontano. E' una piccionaia in disuso, nel bel mezzo dei campi coltivati, nel bel mezzo di nulla. Un luogo perfetto, direi. Il fatto è che quando arrivo lì scopro che i cinque non sono soli. Quello è un fottutissimo covo. Ne conto almeno altri tre. E forse ce ne sono anche dentro. Puttana troia! Questo è un casino che non si può certo risolvere con una banale zuffa. Ma com'è possibile che in questo paese del cazzo ci sia ancora qualcuno vivo con tutti quei vampiri che banchettano allegramente senza controlli? Devo avvisare subito Frate Tac...

...Ed è proprio quello che ho fatto stamattina. I miei sono entrati in chiesa per la messa. Io sono entrata dal retro per parlare con il prete. L'ho beccato che stava ancora vestendosi. Ho mandato via la perpetua con un'occhiataccia e poi ho chiuso tutte le porte. Gli ho detto tutto, tutto d'un fiato, e lui non è rimasto sorpreso. Sapeva già tutto, lo stronzo!

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

venerdì 14 settembre 2012

Day 10

Finalmente è dimostrato che tentare di coprire la merda vecchia con della fresca non porta a nulla di buono. Dopo una giornata di stacco, lontano da scuola, dai vampiri, da Tombe e da tutte le stronzate che lo circondano, annusando da vicino il collo di Alex, ora ricado nella quotidianità odiosa che ho imparato a sopportare in qualità di 'Cacciatrice'.

Durante la mia assenza, ieri, Frate Tac ha scovato due nuove tombe scoperchiate. Il conto dei vampiri liberi di gironzolare per il paese è quindi tornato a quattro. Ho una idea per sistemarli nonostante sia menomata, Alex mi farebbe da complice, assieme ad Angel, ovviamente, sempre che riesca a fargli passare la tremarella. Però contavo di dover affrontare solo due stronzi. E invece sono quattro. Merda! Le parole di Black Serenade non mi consolano di sicuro. Neppure Frate Tac, che preferirebbe non coinvolgere estranei alla battaglia. Ma che vada a fanculo! Mica posso sconfiggere un esercito tutto da sola (per inciso, lui crede di sì!).

Poi ci si mette la fretta. Mica potevano aspettare i quattro vampiri. Oggi la scuola è stata sospesa. Mentre facevamo una noiosissima lezione di Educazione all'affettività (ma che razza di materia del cazzo è? Un'ora alla settimana... si fottano i ministri e i ministeri!) è entrata in classe la Marisa. Sembrava avesse visto un fantasma. La Preside era dietro di lei, con un bel vestito a righe arancioni e verdi, e i soliti occhialini di titanio che non avevano voglia di starsene aggrappati al suo naso. Poco lontano da scuola è stato rinvenuto il cadavere di Linda, seduta sotto un platano, praticamente priva di sangue in corpo. 

Linda non era nella mia classe. La ricordo bene, però. Sempre da sola, con gli occhi immersi nei romanzi di Lovecraft. Vestiva pulita, era molto timida e gentile. Ovviamente era presa di mira dalle Dive, in continuazione. Credo di aver scambiato qualche parola con lei solo in poche occasioni. Ascolto Among the Living mentre gli insegnanti ci fanno uscire dalla scuola in ordine sparso. Ovviamente mi dirigo verso il luogo del misfatto. Lei è ancora lì. C'è Frate Tac, che mi lancia un'occhiata e poi torna a pregare per l'anima della ragazza. Ci sono i soliti due carabinieri, una autopattuglia, l'ambulanza con i medici che stanno preparando la barella.

E' un fottuto casino. La piccola Linda sembra ancora più piccola, così succhiata che sembra un tubetto di dentifricio schiacciato. Imitation of Life mi fa da colonna sonora. Gli infermieri la mettono nel sacco senza riuscire a tenerla in posizione. Scivola loro dalle mani per quanto è leggera e gommosa, sembra un burattino a cui hanno tagliato i fili. Mi incazzo. Non riesco a stare lì a guardare. Quei quattro stronzi l'hanno fatta grossa. Va bene che succhino il sangue a qualche pecora, a qualche gallina, magari a qualche Diva, ma a una innocente come Linda... non lo posso permettere!

La sera termina in bellezza. Già ho i maroni che mi frullano come fossero un ventilatore. Le immagini di Linda si proiettano contro la mia retina come se avessi ancora il cadavere davanti a me. Linda e il fantoccio di legno che ho usato come bersaglio nel pomeriggio, durante gli allenamenti con Frate Tac. Entro in casa senza cagare nessuno. Mi accorgo a stento che Padre e Madre sono in casa. E loro non si accorgono di me. Stanno litigando in maniera furibonda. Non li avevo mai visti così. Alla faccia della 'Mulino Bianco Family'. Me ne frego, loro avranno i loro cazzi, io c'ho i miei. Mi fiondo in camera. Chiudo la porta. Alzo il volume dell'iPod. Messaggio ad Alex e Meddy che oggi hanno 'succhiato' una mia compagna di scuola. Tornado of Souls non riesce a coprire le urla dei miei. A un certo punto la voce di mia madre erutta come fosse il Pinatubo «Sta succedendo ancora! - dice - Io non voglio che anche lei debba soffrire le mie stesse pene!». A quel punto tutto tace. Spengo l'iPod. Non ci sono più voci in casa. Apro la porta della camera, scendo le scale in silenzio. Padre e Madre sono ancora in cucina, abbracciati. Madre sta piangendo in silenzio. Che cazzo avrà voluto dire?

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

giovedì 13 settembre 2012

Day 9

Come da promessa, stamattina Alex si è presentato davanti a casa mia. Tra noi c'è stato un semplice scoccare di sguardi. Sono salita sulla sua Ninja, mi sono messa il casco, e ho lasciato che lui mi guidasse dove voleva. Fanculo la scuola! Fanculo i vampiri! Fanculo tutto! Adoro la velocità. Adoro la sua moto. Guardare l'asfalto che corre via sotto di me, gli alberi, le case, le macchine, mi dà un senso di libertà che neppure Born of Fire, alle mie orecchie, può donarmi.

Mi ha portata in città. In mezzo alla gente comune. Abbiamo evitato i soliti posti. Il 'Livello' è sempre ricolmo di anime mezze fatte, io avevo bisogno di ben altro. Il centro storico, la gente anormale (per me) che ti guarda come fossi qualcuno da temere, i punkabbestia che chiedono monete mentre accarezzano i loro cani rasta, i neri che vendono libri, e gli Umarells che discutono del futuro dell'umanità. Avevo bisogno di respirare aria torbida, ricolma di tossine, smog, odori che non mi ricordassero la campagna. Tombe doveva finire nel dimenticatoio per qualche ora, e Alex l'aveva capito perfettamente.

Ci siamo seduti a un tavolino. Ci siamo guardati senza dire una parola. Poi mi sono allungata verso di lui, e finalmente è scoccato un bacio. Quanto tempo è passato dall'ultima volta? Neppure ricordavo più il suo sapore. Assaggiatolo, però, non volevo più staccarmi. La cameriera ha aspettato al nostro fianco finché non mi sono saziata; Sex Murder Art pretendeva che consumassi il mio compagno lì dove stavo. Ma il comune senso del pudore... La ragazza ha lasciato sul tavolino i nostri drink, qualche patatina, e un sorriso timido. Un sorso di vita gassata, per una volta non amara e metallica come il sapore del sangue. Non sapevo cosa dire. Ero felice ma non sapevo esternarlo.

«Voglio aiutarti», mi dice con lo sguardo torvo. Lo guardo senza capire. Lui aggiunge «Con i mostri...».
«No!», lo guardo come se avesse sparato la più grossa stronzata del secolo. La magia è passata. Sono di nuovo incazzata col mondo «Neppure nel tuo sogno più perverso».
«Hai bisogno d'aiuto - dice - Da sola non puoi...». 
«Ecco l'eroe senza macchia che vuole salvare la principessa dal drago», lo sfotto senza mezzi termini «Quanto tempo pensi di durare con quelle bestie? Le hai viste all'opera, e se mi ricordo bene non ci hai fatto una figura da supereroe. Tutt'altro. Ti sei pisciato sotto come un bambino».
«Anche tu, se è per questo...», mi prendo nota di fare un cazziatone a Frate Tac che ha rivelato certi dettagli dell'ultima batosta che ho subito «Già! Ma io ne ho affrontati quattro. Due li ho fatti fuori. Nel frattempo mi hanno spezzato questo braccio di merda, e mi hanno fatto il culo a strisce. Senza contare come hanno ridotto Angel... e con un solo calcio». Lo guardo come se fosse un vampiro da impalare «Tu cosa pensi di poter fare meglio di me?».
Lui si rabbuia «Niente!».
«Bravo - affondo il coltello nella ferita - ti faresti ammazzare, e io ti avrei sulla coscienza... sempre che io abbia ancora una coscienza». Serenity in the Murder parte e io insisto «E poi non saresti in grado di uccidere neppure volendo...».
«Cosa intendi dire? Io...», lo stoppo e ribatto «Ho strappato il cuore di un vampiro con le mie dita, tu ci riusciresti?».
Lui rimane zitto. Temo che tra un po' mi molli da sola al tavolino. Nel frattempo mi rendo conto che abbiamo parlato ad alta voce, troppo alta per la verità. Il locale si è svuotato. La barista si è chiusa dietro al bancone. Forse ha persino chiamato i Carabinieri. Mi alzo. Alex mi guarda «E adesso dove vai?».
«Camminiamo», impongo.

Ci infiliamo sotto un portico. Guardo le vetrine. Lui guarda la strada. Bella coppietta felice del cazzo. Sembriamo una coppia sposata da trent'anni, senza più niente da dire l'un l'altro, che sta insieme solo per abitudine. Ci fermiamo davanti a una armeria. Non so come ci siamo arrivati. L'immagine di Frate Tac che spara con la doppietta mi si proietta addosso come fosse un macigno. Quasi cado a terra. Lui mi sostiene «Tutto a posto?», parte Bitter Peace. Annuisco. Guardo un paio di carabine appese a una rastrelliera «Le sapresti usare?».

Alex annuisce. Mi è venuta un'idea per fare fuori i due stronzi senza lasciarli andare a zonzo indisturbati per troppo tempo «Portami da Padre Vincenzo». Lui mi guarda, la nostra vacanza è finita. Death Tone mi ispira. Lui sarà il braccio che non posso usare. Dovrà uccidere, e forse sarà pure felice di farlo, assieme a me.

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

mercoledì 12 settembre 2012

Day 8

Tenere il braccio al collo è una rottura di coglioni tremenda. All'ospedale, l'altra notte, hanno parlato di 40 giorni di gesso. Frate Tac dice che la prossima settimana sarò già a posto, forse anche prima. I tagli, le lacerazioni, i graffi, si sono già rimarginati. Molti di loro sono già scomparsi. Mi guardo allo specchio, nuda. E' notte fonda. Sono gialla e blu, ricoperta di ematomi. Non sono mai stata una gran bellezza: troppo piatta; troppo alta; viso troppo mascolino, ma ora non sembro neppure umana. 

Per qualche giorno non uscirò di ronda. Il solo pensiero che quei due siano ancora in giro mi spaventa. Chissà cosa possono fare senza nessuno che sbarri loro la strada. Ho persino paura di non essere all'altezza del ruolo che mi compete. Ma chi l'ha chiesto di diventare la cacciatrice? Cosa vogliono da me? Io voglio solo finire le scuole a andarmene per la mia strada, cazzo! 
Alla finestra scorgo Angel che la fa alla base del tronco del ciliegio nel cortile. Anche lui si è preso una bella batosta. Indossa una specie di corpetto che protegge le costole incrinate. Zoppica leggermente. Il veterinario dice che guarirà completamente, ma quando lo porto fuori dal cortile trema come una foglia, poverino.

A scuola tutti mi additano come a una delinquente. Frate Tac, Madre e Padre hanno tutti raccontato la stessa storia. Io e Angel siamo stati travolti da un'auto pirata. Qualcuno si domanda cosa ci facessi per strada a quell'ora. Ero forse andata a comprare del fumo? Ma con chi cazzo vivo in questo paese? Ti pare possibile trovare del fumo in un merdoso paesino di nome Tombe? Che cazzoni. Oddio... in effetti Walmer, contadino della bassa trasferitosi in queste terre per amore, ha un orticello privato dove le pianticelle di Maria abbondano ma... lui abita nel bel mezzo di ettari e ettari di campo coltivato a grano. Non sono certo stata investita da un'auto in mezzo a tutte quelle spighe! Ma sto parlando di stronzate! Divago. Ho bisogno di divagare.

Alex mi ha mandato un messaggio. Ha preso un permesso dal lavoro. Domani viene a trovarmi. Non vedo l'ora di vederlo. Sono a pezzi sia fisicamente, sia mentalmente. Per fortuna Padre e Madre hanno capito la situazione e hanno smesso di rompermi le palle. Ora sono attenti, affettuosi, ma mai ingombranti. E' probabile che sia stato Frate Tac, Padre Vincenzo, il mio Osservatore, a dire loro come comportarsi. A ogni modo, è bello. Fosse sempre così, ci metterei la firma.
L'iPod è sulla scrivania. Ha il display crepato. Funziona ancora, ma non riesco a vedere quello che scelgo girando la rotella. Magari sfrutto Alex per portarlo a riparare. Forse lo tengo così, come monito alle intemperanze nelle mie prossime lotte. Forse è la giusta punizione. Non lo so.

Mi vesto. Mi siedo sul letto. Non ho sonno. Dormire è pure difficile, questo braccio è un tormento continuo. Frate Tac vuole che continui gli allenamenti. Lavoriamo con le armi. Mi sento un po' goffa a muovermi col braccio dolorante, anche se non lo tengo legato al corpo durante il lavoro in palestra. Però mi rendo conto che devo essere preparata. La prima volta ho avuto culo. La seconda mi hanno fatto il culo. La terza potrei anche morire. Per cui devo smetterla di fare la prima donna, e dare ascolto al mio osservatore.
Davanti a me ho un libro. E' ora di spegnere il computer e mettermi a studiare. Voglio sapere tutto su questi fottuti vampiri. Prima, però, accendo l'iPod. Ecco che parte Hell Awaits.

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

martedì 11 settembre 2012

Night 1

Non ho mai avuto paura di morire. Sono sempre stata una stronza dentro. Sia con gli amici, sia con i conoscenti, sia con i parenti, ho sempre agito come se fossi eterna, e come se loro fossero eterni. La vita, per me, è sempre stata una prigione dalle sbarre invisibili. Ma ieri notte... mi sono cagata addosso dalla paura di andarmene.

Scrivo durante l'intervallo, a scuola. Le dive stanno corteggiando Tommaso e per una volta non mi hanno degnato di uno sguardo. Tanto meglio. Ho il viso che sembra un'opera di Fontana per com'è ridotto. Mi ha curata Padre Vincenzo. E' stato lui a spiegare la situazione a Padre e Madre questa mattina. Non sapevo che i preti sapessero raccontare balle tanto bene. Padre e Madre ci sono cascati. Non volevano venissi a scuola, ma io avevo bisogno di normalità. Meddy è preoccupatissima. E' la prima che ho sentito, stanotte, dopo che è finito tutto. Poi ho chiamato Alex, che era prontissimo a raggiungermi subito. Niente iPod, oggi. Persino le orecchie mi fanno male. La musica mi manca. Forse però è l'orgoglio che se la sta facendo sotto.

Cos'è successo? Quattro contro una. Mi hanno ridotto a brandelli. Non ho vinto, non ho perso. Ma le ho prese di brutto.

Ero uscita di ronda con la scusa di portare Angel a pisciare. Avevo con me il pungolo di legno. E' così che Buffy lo chiamava, no? 'Pungolo'. Una stronzata simile, immagino. I quattro vampiri erano in mezzo alla strada, in stile Mezzogiorno di Fuoco, solo che era già passata la mezzanotte. Io ero a una decina di metri da loro. Sorrido, prendo l'arma tra le mani. Mi preparo allo scontro. "Sono la Cacciatrice - mi dico - loro sono già morti!". Alle orecchie avevo Take no Prisoners a caricarmi la molla. Loro avanzavano con calma. Io decido di agire in maniera differente. Prendo la rincorsa e mi infilo in mezzo a loro. Faccio un balzo, ruoto su me stessa mentre sono in aria. Mi ritrovo a testa in giù proprio sopra a uno dei vampiri. E' questione di attimi; afferro la sua testa, e atterrando la torco in modo da spezzargli il collo. Questo esplode in una nuvola di cenere. Però atterro malamente. Perdo 'Pungolo'. e vado a sbattere contro un cartello stradale.

Gli altri vampiri mi sono subito addosso. Mi prendono per i piedi, mi trascinano in mezzo alla strada. Uno di loro mi afferra un braccio e me lo spezza come fosse un grissino. E' incredibile che in questo paesino di merda nessuno abbia udito il mio urlo.

Scalcio. Sudo freddo, mi libero dalla presa e mi alzo. Arretro. Dawn Patrol mi prende per il culo bellamente. L'istinto mi suggerisce di disfarmi dell'iPod, ma il braccio fa un male cane e presto tutte le mie attenzioni sono per lui. Sento le ossa che scricchiolano. Brucia da morire. Saranno sintomi dovuti alla guarigione? I vampiri sorridono. La mia sicurezza è già andata a farsi benedire da un pezzo. Angel abbaia come un matto. Tenta di aggredire un vampiro, bravo cane, ma questo lo lancia a cinquecento metri da me con un calcio. Sono nella merda fino al collo. Forse anche un po' più su.

I tre vampiri si stringono attorno a me. "Pensa in fretta, Clà". War Zone mi travolge. Uno mi prende per il collo. Io gli mollo una testata che gli spezza il naso. Lui non molla, ma neppure io ci tengo a lasciarmi ammazzare. Con la mano sana cerco di respingerlo. L'appoggio sul suo petto, poi spingo; spingo, spingo forte tenendo le dita ad artiglio. "Sono forte, molto forte, troppo forte". Me lo ripeto mentalmente mentre scavo nella carne marcescente del vampiro. Tocco qualcosa di caldo e pulsante. E' il suo cuore. Lo stringo ed estraggo il braccio dal suo petto. Il vampiro molla la presa. Fa un passo indietro. Mi guarda sorpreso. Guarda i suoi compagni come fosse in cerca di spiegazioni. Io non bado a questa sceneggiata. Con una rotazione colpisco col pugno, ancora chiuso nel cuore del vampiro, il muso del mostro che mi sta sulla destra. Il cuore si spappola. Il vampiro senza cuore esplode in una nuvola di cenere. L'altro vola a terra a una decina di metri da me. 

"Scappa, Clà! Scappa!", me lo ripeto mentre mi metto a correre. I due vampiri mi inseguono, nelle orecchie mi travolge The World need a Hero. Forse non sono io l'eroe che il mondo cerca. Scavalco il cespuglio del cimitero. La chiesa è buia e silenziosa. Possibile che neppure Frate Tac mi abbia sentita urlare? 

Arrivo alla porta di legno che conduce alla canonica. Busso. Grido. Faccio un gran casino inutilmente. I vampiri sono dietro di me. Il braccio mi fa un male cane. Ho altre ferite, graffi, tagli, lacerazioni. Non so neppure quando me le hanno inferte. Sono confusa. Here Comes the Pain mi piega le ginocchia. Il tempo scorre come fosse immerso in una bolla di sapone. L'unica cosa che so con certezza è che gli artigli di quelle bestie scavano in profondità. Non c'è un briciolo di me che non faccia un male cane. Temo addirittura di essermi pisciata addosso. Respiro profondamente. Non posso svenire ora. Sono completamente ricoperta di sangue. Busso e chiedo aiuto. Nessuno risponde. 

Non ci penso due volte. Sfondo la porta. Il corridoio lungo e stretto sarà la mia Termopili. Mi preparo a lottare ma i vampiri non entrano. Terra consacrata? Possibile che questa stronzata sia vera? In  Buffy un vampiro non poteva entrare in una casa se non era invitato a farlo. Non so cosa credere. La mia testa ormai  è fusa completamente. Sono intontita. I vampiri non entrano. Questo mi basta. E' probabile che non vogliano cadere in una trappola. Ridono di me e mi invitano a uscire. Li guardo. Ho il fiato in gola. Non oso lasciarmi andare ma prego, prego profondamente, che vadano via. Le lacrime mi bagnano già le guance. 
E' in quel momento che arriva Frate Tac con una doppietta. Spara un colpo lungo il corridoio. Io mi accascio a terra. Ho i nervi a pezzi. I vampiri se ne vanno senza smettere di ridere... di me.

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

lunedì 10 settembre 2012

Day 7

Per la prima volta, credo, apprezzo il Lunedì. Oggi è stata una giornata all'insegna del buon'umore. Essermi riappacificata con Alex e Meddy mi ha dato un pizzico di serenità. E poi... Cazzo! Ho sconfitto il mio primo vampiro. Sento gli anfibi galleggiare tre metri sopra il cielo, alla faccia di Moccia e di tutti gli scrittori tutto cuoricini e lucchetti.

A scuola è stato il solito tran tran. Lezioni, interrogazioni, le dive che si pavoneggiano mostrando le proprie penne di gallina lustrate e glitterate. Dovete sapere che tutte e tre mirano a Tommaso. Lui è il maschio dominante della mia classe. Nella squadra di calcio di Tombe indossa la maglia numero dieci. E' alto un paio di centimetri più di me, e io sfioro vette che le donzelle solitamente neppure toccano da vicino. Ammetto che è figo, non il classico pallone gonfiato tutto muscoli e testosterone. E' pure intelligente, difatti non caga di striscio nessuna delle tre. E ovvio che le tre non giocano pulito, e neppure giocano ognuna per sé stessa. Sembrano una sorta di triumvirato. Le due 'sorelle' minori si adoperano affinché la leader possa riuscire a mettersi con Tommaso. Se la tipa ci riesce, tutte e tre godono come cicale in calore. Ovviamente, a lui questa storia non va a genio. Mi sta simpatico questo Tommaso. E' pure l'unico che non mi squadra come fossi un aliena. Durante la pausa, mentre Hero of the Day si diffonde dal mio iPod, mi arrivano due foto dalla Meddy. Quella scatta foto in continuazione, neppure me ne accorgo quando lo fa. 

Pomeriggio in canonica. Oggi ho beccato Frate Tac che riempiva la fossa lasciata libera dal vampiro. Non pareva particolarmente contento. Era restio a parlare, voleva che andassi subito in canonica ad allenarmi, così mi sono incazzata e gli ho spezzato in due la vanga. Il prete mi ha guardata con due occhi tanto severi da intimorire un'orda di vampiri... ma non me. Ebbene, tutto sto casino solo per il fatto che, oltre alla fossa lasciata dal mostro a cui ho spezzato il collo, Frate Tac, ha dovuto riempire altre quattro fosse. Ce ne sono altri quattro in giro. E così sono stata arruolata, leggi costretta, a fare giri di ronda notturni. Evviva! Che merda di vita che c'ho addosso. Ma non potevo nascere ragazza-lollipop e andarmene in giro con un Chupa Chups perennemente in bocca, vestita di rosa, occhi a cuore, e... tanto love nei miei inutili discorsi? Ci manca solo che nelle cuffie compaia magicamente T'Appartengo

Sento già la glicemia che sale troppo a causa degli infausti pensieri. Concentrati Clà. «Che facciamo?», chiedo a Padre Vincenzo. Lui mi indica la canonica. «Hai bisogno di armi...».
Armi? Mi piace questa parola. Mi vedo già vestita alla Rambo, con un lanciarazzi in spalla, pronta a spaccare il culo all'inferno intero. Peccato che quando Frate Tac apre uno scrigno dall'aria antica, mi trovo di fronte a roba da museo delle torture. Wake up Dead alle orecchie non mi consola. Niente cannoni o robe simili. Nel baule compare una balestra finemente lavorata, un'ascia che sembra uscita da Cappuccetto Rosso e gli Insoliti Sospetti per quanto è strana, un paio di paletti di legno, armi da taglio varie, tra cui coltelli, mannaie e falci.
Afferro una roba col manico da ascia e la parte tagliente a forma di mezza luna. Sembra uscita da Signore degli Anelli per quanto è strana. Me la rigiro tra le mani, la soppeso attentamente, mi piace, e pare anche piuttosto efficace. Frate Tac annuisce, poi però mi passa un banale paletto di legno. Ripongo la mezza luna e afferro il paletto.
«Devi sempre averne uno con te», mi dice indicandomi il manichino posto al centro della stanza «Un semplice colpo al cuore e il vampiro vaporizza».
«Allora qualche leggenda è valida...», commento sorridendo. Lui scuote la testa «Non è il legno che porta al risultato, è il fatto di spappolargli il cuore con un solo colpo».
«Allora potrei usare anche qualcosa di metallo», osservo provando a maneggiare il paletto. Lui annuisce ma non va oltre «Perché il paletto?», chiedo.
Frate Tac sorride come un bambino «Tradizione!»
Tradizione! Ma va a fanculo, va! Parte My Last Words e io me ne torno a casa per la cena. Stanotte sarà di ronda per la prima volta nella mia vita.

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

Angel

Meddy ce la mette tutta per farsi perdonare. Mi chiedo solo quando abbia avuto il tempo di scattare questa foto. Me l'ha appena mandata. Per una volta non mi ritrae. Questo è Angel, il cane rompicoglioni che mi ronza sempre attorno.


Nuovo Look

Non ho molte foto che mi ritraggono. Non mi piace essere fotografata. E' Meddy la maniaca della fotografia. Mi scatta sempre foto a tradimento. Credo che il suo cellulare sia pieno di fotografie che mi riguardano. Questa me l'ha mandata oggi. L'ha scattata ieri, prima di tornare in città con Alex. 


Li ho perdonati per quello scherzo infame? Forse. Il prossimo weekend, comunque, tornano qui. Alex sta ancora con me, ma è in prova, e adesso sa che non scherzo quando gli dico che se sgarra gli stacco la testa.

domenica 9 settembre 2012

Day 6

Il cellulare fa uno squillo. Controllo. Guardo il soffitto. E' lo stronzo che se la fa con la mia ex-migliore amica. Non si spreca con le parole, non l'ha mai fatto. «Come butta?», domanda. Io cancello il messaggio. Non sono più affari suoi. E poi devo andare dal Prete, faccio ancora fatica a chiamarlo 'Osservatore', non ho certo  tempo da sprecare in un passato che credo sia meglio dimenticare.
Mi guardo allo specchio. Il taglio di capelli è stato radicale. L'ha preteso Frate Tac? No. E' solo che combattere con i capelli che ti finiscono sempre davanti agl'occhi, in bocca, e si impigliano ovunque, è un vero strazio. Per cui sono andato dalla Marisa, vedi la bidella figa che di secondo lavoro fa i capelli alle donne del paese, rigorosamente in nero e a casa propria. Dice che il mio viso è particolare, che potrei benissimo fare la modella. Mi ha fatto un taglio davvero selvaggio, e la frangia sugl'occhi sa tanto di Kill Bill. Mi piace parecchio questo nuovo look da bad girl.

Saluto Padre e Madre, sono impegnati (come sempre) a discutere in cucina. Apro la porta di casa. Zoom lungo il vialetto e imprecazione sono inevitabili. C'è una Ninja verde sfigato parcheggiata proprio davanti a casa. E lo sfigato è proprio lì, appoggiato al suo cavallo meccanico, gambe incrociate, braccia conserte, sguardo basso. Il casco nero, con l'onnipresente 46 sulla nuca, è appeso alla manopola dell'acceleratore. Chiudo la porta e mi ci appoggio con la schiena. Madre se ne accorge e mi chiede «E' successo qualcosa?», non è preoccupata. Da quando è venuta a sapere che passo i pomeriggi in canonica con Frate Tac gioisce come una gatta in calore. Pensa che io stia per redimermi. Nei suoi sogni, magari, mi vede vestita di bianco, sull'altare, con di fianco un ragioniere in giacca e cravatta. Che incubo del cazzo.
Prendo fiato senza rispondere al parentado e torno ad aprire la porta. Non era un miraggio. Alex è ancora lì, appoggiato alla moto, solo che ora mi fissa come se volesse squartarmi «Che c'è, non si saluta più?».

Esco. Neppure mi accorgo di non avere l'iPod alle orecchie. Credo che sia la prima volta dal 23 ottobre 2001 che accade. «Cazzo ci fai qui?», il mio esordio vale il primo punto a favore. Uno a uno. Lui non si scompone «Credo faccia parte dei miei doveri... Venire a trovare la propria ragazza in esilio». Rido «Credo tu abbia sbagliato donna - ribatto - Dovresti essere davanti a casa della troia che hai baciato qualche giorno fa».
«Guarda che la troia ti sta ascoltando...», è la voce di Meddy, viene dal giardino. Sta giocando con quell'infame di Angel. Io mi occupo di lui, e il cane mi ricompensa facendosi annusare il culo dalla puttana che mi ha fregato l'uomo. «Lascia in pace il mio cane, Maddalena», credo che sia la prima volta che la chiamo per nome. E' il segno evidente che tra noi è finita. Lei trasale. E' ferita, si vede esplicitamente. Si solleva in piedi. Non riesce a guardarmi negl'occhi. «Portatela via, Alessandro», il gioco mi piace, ed è efficace. Sono già tre a uno. «Qui non siete i benvenuti». Alex guarda Meddy, è preoccupato «Te l'avevo detto che si sarebbe incazzata...». Lei annuisce. Io capisco il giusto. Li ignoro. Ho un appuntamento importante, e come al solito sono in ritardo. La mia fortuna è che i preti sono ricolmi di pazienza, probabilmente perché non fanno mai sesso, almeno credo.

Mi avvio lungo il vialetto. Infilo le cuffie e mi ritrovo Killing is My Business... and Business is Good! 
Arrivo davanti ad Alex, lo ignoro, proseguo lungo il marciapiedi per andare in chiesa. Lui mi guarda e mi segue. Meddy ci corre dietro. Angel pure. Alé! Facciamo il trenino degli incazzati. Non li cago ma li sento confabulare «Diglielo... Cosa aspetti? Quella ci manda a cagare tutti e due, cosa credi?».
Lui mi chiama. Io alzo il volume. Giro l'angolo. Ho deciso di passare dal retro. Verranno con me attraverso il cimitero? Con un balzo oltrepasso la siepe che fa da confine tra mondo dei vivi e mondo dei morti. Devo ammettere che questa mia nuova agilità è piacevole da sfoggiare. Lo so che quei due si sono fermati e ora mi stanno fissando stupefatti. "Sono ancora io?", si staranno chiedendo. Il bello è che neppure io so più chi sono. Alla fine, e faticosamente, li sento superare l'ostacolo. «Clà!», è Meddy che mi chiama «Era tutto uno scherzo. La facevi tanto pesa 'sta storia del trasferimento che abbiamo pensato...». Game Over. Non mi frega più un cazzo. "Non ti ascolto Maddalena". Vado avanti e alzo il volume. Looking Down the Cross copre un grido. Mi volto.

A metà strada tra me e loro spunta una mano dal terreno. Merda! Sta scavando. Meddy si piscia sotto. Alex guarda la creatura che risorge con due occhi che gli escono dalla montatura di quei cazzo d'occhiali. Li porta, dice lui, perché rendono il suo look più interessante. In realtà ci vede benissimo, lo stronzo! Ecco il mio primo mostro spuntare dalle proprie ceneri. Devo ricordare a Frate Tac di seppellire meglio il suo gregge, quando muore, se mai muore davvero. La belva sembra interessata più ai miei due ex, ovvero ex moroso ed ex amica del cuore, che a me. Quasi quasi me ne vado e li lascio ad affrontare i loro peccati. Solo che non posso. No! Non posso proprio. Sono una fottuta Cacciatrice. Devo cacciare i mostri. Ma io non so una beata minchia di mostri. Sarà vero tutto ciò che si vede nei film? Ne dubito fortemente. Tant'è che il cadavere è resuscitato alle quattro del pomeriggio e non sembra uno zombie rimbecillito. Fuma un pochino, lo ammetto, ma dubito che esploderà in una nube di polvere da solo, senza un aiutino.

«Lasciali in pace», grido. Parte Chosen Ones. Il tizio si gira e mi sorride. Poi torna a guardare gli altri due. Porca puttana! Perché nessuno mi dà mai ascolto? Prendo la rincorsa e corro verso di lui. Non ho la più pallida idea di cosa fare, per cui mi ispiro ai film di arti marziali che Alex ha sempre preteso di vedere sul grande schermo. A pochi passi dal vampiro faccio una serie di ruote, e atterro a piedi uniti sulla sua nuca. Lui vola a terra come un sacco di patate. Io rotolo su me stessa, e sfruttando l'inerzia mi rimetto in piedi. Mi dispongo nella posa classica di Bruce Lee, e gli faccio il gesto inconfondibile e ormai leggendario «Alzati, se hai coraggio». Il vampiro ha coraggio da vendere. Si alza. Ora ho tutta la sua attenzione. Forse era meglio non stuzzicarlo. Mi sento un po' scema, tremendamente spaventata, ma figa da paura! Parte This Day we Fight! 

Com'è fatto un vampiro? Puzza come un cadavere. Ha la pelle diafana, un misto tra il bianco latte e il bluastro delle vene varicose. Gli occhi sono infossati nelle orbite. Sono quasi bianchi, come se avesse la Cateratta. I vestiti sono stracciati... Del resto è stato costretto a scavarsi una via d'uscita attraverso il terreno. Mani con dita lunghe,  affusolate, e unghie da felino. I denti sono gialli. E' veloce. Dannatamente veloce. Non lo vedo neppure arrivare. Mi prende e mi solleva come fossi un bebè. Mi lancia contro una pietra tombale, che si sbriciola. Frate Tac ha detto che sono diventata molto più robusta. Guarisco in fretta. La mia pelle è più dura. Non mi ha detto però che le botte fanno comunque un male cane. Fanculo anche lui!

Mi alzo, sono pronta per il secondo round. Questa volta non mi prenderà di sorpresa perché, merda! Sono di nuovo tra le sue grinfie. E di nuovo volo verso un'altra tomba. Questo gioco non mi piace. Lui è sopra di me. Scivolo di lato. Mi alzo con un colpo di reni. Lancio una sforbiciata che lo prende in pieno sullo zigomo. Devo farlo fuori prima che lui faccia fuori me. Uno dei due auricolari mi è uscito dall'orecchio. Lo metto al suo posto, il tipo non si rialza, devo esserci andata pesante con quel calcio. Sorrido. Appoggio il mio anfibio destro sul collo del mostro. Lui mi guarda. Quel cazzo di ghigno non si stacca dalle sue labbra. Fottuto bastardo. «Ne arriveranno altri», mi dice. Lo guardo severa e rispondo «Non vedo l'ora!».  Schiaccio con tutte le mie forze. Sento 'Crack!'. La testa vaporizza in un nugolo di cenere. Il corpo rimane a terra sobbalzando come un epilettico. Passano pochi secondi, poi si ferma, passa un altro istante e poi diventa un mucchietto di cenere. Nelle mie orecchie Endgame è appena terminata.

Mi volto verso Alex e Meddy. Entrambi sono a terra, tremano di paura. Mi guardano come fossi un alieno. Allungo la mano per aiutarli ad alzarsi. Arriva anche Frate Tac. Ma da dove diavolo è sbucato? Alla fine non mi frega più di tanto. E' un Osservatore. Avrà osservato. Al suo fianco c'è Angel che scodinzola. Vuole una carezza. Lo ignoro. Mi rivolgo ai miei ex e dico «Benvenuti a Tombe».

Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.