martedì 11 dicembre 2012

Day 30

Ho avuto bisogno di un paio di giorni di isolamento per riprendermi dal weekend appena trascorso. Sono... spaventata, sconvolta, stressata, incazzata, e preda di un ciclo tanto snervante da farmi rizzare i capelli per l'elettricità statica che emano.
A parte il fatto che il 'taglietto' sanguina ancora (ma che cazzo di coltello è quella roba rugginosa?), ho dovuto aiutare Frate Tac a preparare l'albero di Natale della chiesa. Ovviamente c'eravamo tutti quanti. Meddy e Tommy hanno scambiato il rito di mettere le palle sull'albero in una sorta di rito d'accoppiamento. Io facevo il lavoro pesante (ovviamente), Walmer preparava i fuochi artificiali per la festa della parrocchia, la notte del 25, e che io non vedrò mai, mentre Frate Tac, in un angolo, dava ordini come fosse Napoleone Bonaparte.
Per fortuna l'iPod mi ha aiutato. Frate Tac ha imposto solo canzoni natalizie, e io gli ho sparato il Jingle Bells dei Korn nelle orecchie come fosse il più suadente Michael Buble.

Ad albero finito avevo due coglioni così, ma per lo meno, gli altri erano stati ridotti ad amebe dalla mia musica. Clara vince ancora una volta. Fanculo il mondo.

Però devo ammettere che di notte l'albero è stupendo. E rende meno odioso questo paesino di merda.
Domenica notte siamo stati tutti quanti lì, nel cimitero, ad ammirare l'albero all'ingresso della canonica mentre lampeggiava di rosso, di blu, di giallo, di bianco e poi di nuovo di rosso, di giallo, di blu, di bianco... per qualche secondo mi sono sentita, normale!

Quanto mi manca da vivere? Poco. Madre dice che è ancora tutto da decidere, e che ha degl'assi nella manica da svelare al momento giusto. Il fatto è che oggi è stata tutto il giorno al telefono. Ha chiamato non so chi, non so cosa... sembrava eccitata, una ragazzina. A stento la riconoscevo, sia nel modo di muoversi, sia nel modo di parlare. Padre è sempre rimasto da parte, in silenzio. Vorrei leggergli nella mente. Vorrei sapere cosa gli passa nella testa. Lo leggo nei suoi occhi che è contrariato, che si sente impotente.
Ma cosa dovrei dire io? Sono io la vera impotente, nonostante la mia super-forza, l'anello, il dono, e tutte le altre stronzate della cacciatrice, dell'eletta, della merda di vocazione 'divina' o quello che è.

A volte vorrei piangere... ma non ho neppure un minuto per stare da sola. Solo Angel mi capisce, ma lui abbaia, guaisce, e temo che non riuscirò più a sentire la sua vera voce, no, no, no, no... vaffanculo Babbo Natale!


Per chiunque sia in ascolto... Mi chiamo Clara e ho 16 anni.

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